Michela D’Antò, della Fondazione G. Pascale, e Federica Caracò, dell’Università degli studi Federico II di Napoli, hanno vinto l’Health Technology Challenge 2019 superando la concorrenza di 162 progetti grazie a un protocollo per ridurre del 40-60% le radiazioni della Tac garantendo una buona qualità dell’immagine.
Il premio, giunto alla seconda edizione, è stato consegnato nella serata finale del XIX convegno nazionale dell’Associazione Italiana Ingegneri Clinici, svoltosi a Catanzaro dal 16 al 18 maggio.
Nel progetto “Valutazione di un protocollo per la verifica delle funzionalità di un sistema di riduzione della dose installato su tomografi assiali computerizzati” le ing. D’Antò e Caracò hanno verificato l’efficacia di un protocollo per garantire buona qualità delle immagini Tac, con maggiore sicurezza e minore invasività per i pazienti, riducendo del 40-60% la dose di radiazioni.
«Tali risultati», hanno affermato le vincitrici, «dimostrano l’importanza dell’aggiornamento delle tecnologie esistenti per migliorare le prestazioni degli strumenti radiologici nell’ottica di assicurare al paziente prestazioni più accurate e minimizzando i rischi possibili derivanti dall’esposizione a radiazioni ionizzanti».
L’Health Technology Challenge (HTC) è un’iniziativa con cui AIIC dà spazio alla presentazione di esperienze e soluzioni innovative per i tanti piccoli e grandi problemi della sanità che ancora sembrano insormontabili, attraverso il coinvolgimento di tutti gli attori del sistema sanitario e l’utilizzo delle tecnologie intese nella loro accezione più ampia.
Il premio indipendente istituito nel 2018 ha registrato, nella seconda edizione, l’arrivo di 162 progetti da tutta Italia.
«Un numero che rappresenta una significativa conferma per la nostra iniziativa», è il commento di Lorenzo Leogrande, presidente AIIC. «Crediamo che la necessità di condividere e confrontare i tanti progetti esistenti ed emergenti nel mondo dell’innovazione tecnologica healthcare sia una valore per tutto il sistema sanitario, soprattutto quando queste proposte sono frutto della collaborazione tra i nostri ingegneri clinici e biomedici, il mondo della ricerca universitaria e le tante startup che sono una miniera di intuizioni concrete che rispondono a problematiche reali».
Ampia la partecipazione all’HTC da tutta Italia: «la Calabria con 24 lavori è la Regione da cui è arrivato il più alto numero di progetti», spiegano Giovanni Poggialini e Giulio Iachetti, presidenti del comitato scientifico del convegno. «Sono poi da registrare – tra le Regioni più proattive – 20 lavori giunti dalla Campania, 19 dal Piemonte, 18 dalla Lombardia, 15 dal Lazio, 13 dal Friuli».
Le tre categorie che hanno ricevuto più progetti sono state: “Sviluppo di tecnologie e dispositivi per la salute” (35), “Health operations” (28) e “Health technology assessment” (27).
È risultata forte la presenza di progetti con soluzioni con dispositivi indossabili (wearable), di realtà aumentata, robotica e meccatronica e di interfaccia uomo-macchina, di tele-riabilitazione su piattaforma mobile, di uso dell’intelligenza artificiale nel contesto sanitario, di gestione della cybersicurity e della privacy nelle apparecchiature elettromedicali.