Una delle sfide che tutti i Paesi devono affrontare è il finanziamento dei sistemi sanitari, messi alla prova principalmente dall’invecchiamento della popolazione e dall’aumento della cronicità. Alcune proposte sono giunte da Aiop Giovani (Associazione Italiana Ospedalità Privata) nel corso dell’evento “Le sfide di oggi per la sanità di domani. L’evoluzione delle modalità di finanziamento dei sistemi sanitari nazionali”. Aiop Giovani ha messo in evidenza quattro temi centrali sui quali fare leva per rendere il nostro servizio sanitario sostenibile oggi e domani.
Il primo punto consiste nel legare sempre i costi della sanità, diretti e indiretti, agli outcome ottenuti, in termini di salute e benessere del cittadino, così come proprio del Value Based Health Care.
Un secondo punto riguarda invece la messa in rete delle informazioni raggiunte grazie alla ricerca clinica e sanitaria in generale, nell’ottica che questa condivisione consenta di massimizzare i risultati e quindi anche i costi di queste ricerche, permettendo allo stesso tempo a medici e manager sanitari di prendere le decisioni migliori in termini di qualità della vita dei pazienti e di produttività del sistema.
Il terzo punto evidenziato dai giovani di Aiop è la necessità di rinnovare le modalità di accesso alle cure, rendendole più vicine al paziente e più efficienti.
Infine, è essenziale il ruolo della prevenzione e della promozione di stili di vita e comportamenti sani al fine di favorire la riduzione della domanda di accesso ai servizi sanitari.
Secondo Aiop Giovani, un sistema sanitario efficiente deve anzitutto essere in grado di ridurre le richieste di accesso, aumentando in primis la qualità della salute della cittadinanza. Le proposte presentate da Aiop Giovani sono state elaborate con l’Università Cattolica del Sacro Cuore partendo dallo studio di come si sono evoluti i modelli di finanziamento dei sistemi sanitari in UK, Francia, Svezia, Germania, Canada, Usa e Spagna e prendendo in considerazione i trend già in atto in sanità. Per esempio, bisogna considerare che negli ultimi anni c’è stata una separazione tra crescita della spesa sanitaria e PIL nei Paesi che, come l’Italia, faticano a riprendersi dalla recente crisi economica. Un altro dato interessante è la previsione di un aumento considerevole delle spese ambulatoriali, a fronte di quelle ospedaliere. I fattori da prendere in considerazione sono infatti numerosi. Tuttavia è fondamentale muoversi per essere pronti ad affrontate i cambiamenti in atto.
Nel corso della 53° Assemblea Nazionale, Aiop ha anche affrontato il tema delle criticità presenti nel decreto ministeriale 70/2015 “Regolamento recante definizione degli standard qualitativi, strutturali, tecnologici e quantitativi relativi all’assistenza ospedaliera”, considerato il più recente tentativo di riorganizzare la rete ospedaliera nazionale per renderla più omogenea. Desta preoccupazione il fatto che poco viene lasciato all’autonomia regionale nel decreto, oltre alla visione penalizzante nei confronti delle piccole strutture ospedaliere, soprattutto di diritto privato.
Senza dubbio, però, ciò che più preoccupa Aiop è la rigidità dei criteri presentati nel decreto, soprattutto perché non vi è spazio per la gradualità del processo di organizzazione, necessario invece in quelle Regioni nelle quali la sanità territoriale deve essere ancora ben costruita. Aiop sta quindi ragionando rispetto alla necessità di introdurre elementi di elasticità nel decreto.
Ecco la dichiarazione del presidente nazionale di Aiop, Gabriele Pelissero: «nell’intenzione del legislatore il dm 70/15 avrebbe dovuto rendere prioritarie la definizione sull’intera rete nazionale di standard qualitativi sicuri e una riorganizzazione tesa a un uso appropriato delle risorse disponibili. Tuttavia, la sua applicazione nel vivo delle realtà sanitarie italiane ne ha mostrato alcune importanti criticità, prima fra tutte l’estrema rigidità del criterio che vincola la programmazione ospedaliera regionale nel rapporto con gli erogatori privati per i quali alcuni indicatori non sono idonei a verificarne l’effettiva qualità. Aiop auspica che il regolamento Balduzzi venga revisionato, per renderlo più elastico nella sua implementazione e per dare la possibilità a ciascuna Regione di tenere conto delle peculiarità locali e dell’importante componente privata, che rappresenta una risorsa che non va dispersa, in quanto promotrice di efficienza e servizi in tutto il Paese nell’interesse dei cittadini. Di fatto quanto avvenuto in Sicilia dimostra che con il dialogo, con il buon senso e con un po’ di flessibilità il dm 70 può essere implementato senza troppi traumi».
Stefania Somaré