Le strutture della componente di diritto privato del SSN sarebbero in grado da subito di incrementare i ricoveri da un minimo del 40% a un massimo del 60% e le prestazioni ambulatoriali da un minino del 45% a un massimo del 90% rispetto ai livelli di erogazione attuali.
La variabilità delle percentuali d’incremento dipende dalla situazione delle singole Regioni, ma in generale questa disponibilità potrebbe contribuire a ridurre molto le liste d’attesa.

Tra 2018 e 2019 il fenomeno delle liste d’attesa ha fatto registrare un aumento deciso, che ha portato a quasi 20 milioni il numero dei cittadini in attesa di analisi di laboratorio, accertamenti diagnostici, visite specialistiche e/o interventi ambulatoriali e a quasi 8 milioni il numero di quelli in attesa di ricovero in ospedale.
Un dato allarmante, così come riportato nel Rapporto Ospedali&Salute 2019, reso ancor più drammatico dalla sospensione delle prestazioni programmate durante il lockdown.

Barbara Cittadini

«Il problema delle liste d’attesa», spiega Barbara Cittadini, presidente nazionale AIOP – Associazione Italiana Ospedalità Privata, «è forse il più annoso per il SSN e, senza dubbio, il più sentito dai cittadini.
Problema che, tra l’altro, si è aggravato in seguito all’interruzione delle attività differibili e non urgenti nella fase più critica della pandemia da Covid-19.

AIOP ha elaborato un’analisi interna, ha approfondito i numeri delle performance, dell’attuale offerta e delle potenzialità.

Dai dati in possesso dell’ufficio statistico di AIOP si deduce che saremmo in condizioni, fin da subito, di aumentare la nostra capacità di erogare prestazioni sanitarie, sempre nell’ambito di una strategia condivisa con le istituzioni e nei limiti delle prestazioni aggiuntive programmate in accordo con le Regioni.

Sarebbero servizi incrementali che contribuirebbero a ridurre le attuali liste d’attesa, come sempre, in una logica di programmazione predeterminata e trasparente, sia dei volumi d’offerta sia dei relativi costi».