Al via l’Osservatorio sull’integrazione sociosanitaria

Sono stati avviati i lavori dell’Osservatorio sull’Integrazione SocioSanitaria (OISS), al quale collaborano Agenas, Federsanità Anci e il gruppo del Ministero della Salute PONGOV ICT e Cronicità.

L’obiettivo è raccogliere le esperienze in essere di buone pratiche in fatto di sanità territoriale e metterle a disposizione delle organizzazioni pubbliche e private per supportare un cambiamento e un miglioramento nell’integrazione sociosanitaria territoriale. L’osservatorio sarà guidato da un board formato da direttori generali di Asl e AO e da sindaci e tecnici delle sei Regioni coinvolte (Veneto, Lazio, Toscana, Piemonte, Marche e Sicilia).
Sei sono anche le aree tematiche intorno alle quali si muove l’OISS: integrazione istituzionale, integrazione programmatoria, integrazione professionale, integrazione gestionale, integrazione comunitaria, attività realizzative delle Missioni M6C1 e M5C2 del PNRR.

Al momento sono 80 le esperienze censite, portate avanti da Aziende Sanitarie Territoriali, Aziende Ospedaliere, Comuni e, soprattutto, Distretti/Società della Salute.
Il prof. Enrico Coscioni, presidente di Agenas, ha dichiarato: «in un momento storico così particolare, in cui l’esperienza pandemica ha prepotentemente messo davanti agli occhi di tutti la necessità di ripensare l’organizzazione sanitaria superando la logica dei silos e sfruttando l’accelerazione tecnologica imposta dall’isolamento, l’integrazione degli approcci e dei setting assistenziali è passato dall’essere un’aspirazione all’essere una stringente necessità.

Il proficuo lavoro dell’OISS s’inserisce anche nel percorso segnato dal PONGOV Cronicità, progetto europeo del Ministero della Salute, di cui AGENAS detiene il coordinamento tecnico-scientifico, che si è dimostrato essere il volano di questo percorso di cambiamento e potenziamento di una sanità territoriale più moderna, digitale ed efficiente».

Gli risponde la dottoressa Tiziana Frittelli, presidente nazionale di Federsanità: «la complessità delle esperienze proposte è resa evidente dalla molteplicità delle dimensioni dell’integrazione affrontate dalle singole buone pratiche raccolte.
Più della metà agisce su tre/cinque dimensioni dell’integrazione: istituzionale, direzionale-programmatorio, professionale, gestionale e comunitario.

Con il dm 77/2022 si apre in Italia una stagione finalizzata a ridisegnare l’intera rete dell’assistenza sul territorio. Insomma, una vera e propria rivoluzione che poggia su alcune parole chiave: Case della Comunità, Centrali Operative Territoriali, Ospedale di Comunità, infermiere di famiglia e di continuità assistenziale.

Cambiano i ruoli: maggiori compiti ai distretti, una posizione centrale per gli infermieri e un’inedita integrazione con il territorio e con la sua governance istituzionale.
L’esperienza dell’Osservatorio rappresenta in questo scenario una risorsa importante da valorizzare anche in termini utili a orientare le politiche a livello nazionale».

Rinforzare la sanità territoriale è un’esigenza che non si può rimandare, dato che il territorio è la sede della gestione della cronicità, sempre più dilagante. Diffondere le buone pratiche è un buon modo per offrire visione e possibilità di cambiamento.

Stefania Somaré