Assistenza sanitaria transfrontaliera

Approvato i primi di dicembre dal Consiglio dei Ministri, su proposta del Ministro della Salute e del Ministro per gli Affari Europei, il testo del decreto legislativo di recepimento della direttiva 2011/24/UE sull’assistenza sanitaria transfrontaliera in ambito Ue. Una direttiva che si pone l’obbiettivo «di istituire norme volte ad agevolare l’accesso a un’assistenza sanitaria transfrontaliera sicura e di qualità nell’Unione e a garantire la mobilità dei pazienti conformemente ai principi sanciti dalla giurisprudenza della Corte di giustizia e a promuovere la cooperazione tra gli Stati membri in materia di assistenza sanitaria, nel pieno rispetto delle competenze degli Stati membri». Per meglio comprendere la portata dell’intervento si dica, riportando quanto scritto nella direttiva, che «la cooperazione nella valutazione delle nuove tecnologie sanitarie può favorire gli Stati membri, consentendo di realizzare economie di scala e di evitare una duplicazione delle attività e fornire dati migliori per un impiego ottimale delle nuove tecnologie ai fini di un’assistenza sanitaria efficiente, sicura e di qualità. Questa cooperazione richiede strutture stabili che, partendo dai progetti pilota esistenti e sulla base della consultazione di un’ampia gamma di soggetti interessati, coinvolgano tutte le autorità competenti degli Stati membri». Ruolo fondamentale per il raggiungimento di tali obbiettivi, è stato affidato al “Punto di contatto nazionale” sull’assistenza transfrontaliera. Una struttura che prenderà avvio con l’entrata in vigore del provvedimento, con l’obbiettivo da un lato di dare al paziente la possibilità di compiere una scelta informata, più adeguata al suo caso clinico e dell’altro di rappresentare il punto di raccordo tra gli utenti, i prestatori di assistenza sanitaria, gli Stati membri e la Commissione. Più precisamente, in base alla direttiva gli Stati membri, tramite questa nuova struttura, devono offrire a tutti i pazienti in tempi brevi, informazioni relative ai prestatori di assistenza sanitaria, comprese quelle sul diritto a fornire prestazioni specifiche o su eventuali restrizioni; informazioni relative agli standard e orientamenti di qualità e sicurezza definiti dallo Stato membro di cura, comprese le disposizioni sulla vigilanza e sulla valutazione dei prestatori di assistenza sanitaria; informazioni circa l’accessibilità agli ospedali e le relative liste di attesa; informazioni circa le condizioni di rimborso dei costi, le procedure di denuncia e i meccanismi di tutela, le possibilità amministrative e giuridiche disponibili per risolvere le controversie anche in caso di danni derivanti dall’assistenza sanitaria. Obiettivi quelli esposti non facili da raggiungere. Notevole è infatti lo sforzo organizzativo e strutturale di Ministero della Salute e Regioni per creare uno o più contact point in grado di relazionarsi, anche attraverso sistemi informatizzati, a banche dati, a punti di contatto regionali, collegati a loro volta con tutto il territorio per le relative informazioni.