BPCO, analisi delle app per autogestione

Tutte le patologie croniche, per essere gestite al meglio, richiedono una forte e attiva partecipazione del paziente, che deve sviluppare consapevolezza rispetto ai segni che il corpo gli manda e capacitĂ  di azione. L’educazione sanitaria ha proprio questa funzione. Tuttavia, negli ultimi anni, con il crescere delle tecnologie informatiche, si sono presentati sul mercato altri strumenti che supportano il paziente nella gestione autonoma della propria malattia: le mobile app sono tra questi. L’elemento di criticitĂ , quando si parla di app sanitarie, è l’affidabilitĂ .

Se da una parte esistono app sviluppate da team di ricerca, che le sottopongono a trial clinici e processi di validazione e che richiedono una prescrizione medica, dall’altra sono numerose quelle pubbliche disponibili in internet e sono molto utilizzate dai pazienti.
Uno studio valuta le app per l’autogestione della broncopneumopatia cronica ostruttiva (BPCO) disponibili online, analizzandone le caratteristiche in un quadro completo, per capire se siano o meno valide e poterne così ottimizzare la funzionalitĂ , riducendo al contempo i possibili rischi associati.

Condotto da un team canadese, il lavoro ha preso in considerazione 13 app, tutte disponibili per Android… mentre solo 7 sviluppate anche per il sistema iOS. Le app sono state scaricate su dei cellulari e poi utilizzate da revisori esperti; dal momento che alcuni di questi strumenti richiedevano un’iscrizione, il team ha aperto una e-mail condivisa tra tutti i revisori. In questo modo, tutti hanno potuto valutare le diverse caratteristiche delle app, non solo in termini di efficacia, ma anche di sicurezza, privacy, utilizzo off-line e accessibilitĂ  degli strumenti offerti.

Alla fine delle valutazioni singole, i revisori si sono incontrati per discutere delle eventuali differenze di pensiero emerse. Si vede, così, che 8 delle app selezionate sono state ideate da aziende, mentre 2 da organizzazioni no profit, mentre in 3 casi non si è riusciti a risalire allo sviluppatore. La maggioranza delle app segue una politica per la privacy, ma solo 3 descrivono in dettaglio il loro sistema di sicurezza, mentre 2 evidenziano l’adeguamento alle richieste locali.
La funzionalitĂ  piĂą diffusa risulta essere l’educazione, alla quale in alcuni casi si aggiungono il tracciamento dei sintomi, strumenti di pianificazione e alert per ricordarsi di assumere i farmaci. Alle volte sono inseriti anche articoli.

Alcune di queste app sono a pagamento. In 9 casi, gli sviluppatori forniscono evidenze cliniche di efficacia. Nonostante ciò, la valutazione finale dei revisori è che questi strumenti differiscono troppo tra loro e solo un paio sono piaciuti così tanto da portarli a dichiarare entrambi che li suggerirebbero a molti pazienti con BPCO. Altre app sono piaciute all’uno o all’atro revisore, mentre tante a nessuno dei due.
Il rating medio assegnato alle app è di 1.5 su 5. Se ne deduce che sia meglio utilizzare le app pubbliche per BPCO con attenzione. Sarebbe meglio se fosse lo specialista a suggerire uno strumento di auto-supporto ai propri pazienti, così che non si sentano attratti da proposte trovate in rete, ma di dubbia provenienza.

(Lo studio: Quach S, Benoit A, Oliveira A, Packham TL, Goldstein R, Brooks D. Features and characteristics of publicly available mHealth apps for self-management in chronic obstructive pulmonary disease. DIGITAL HEALTH. 2023;9. doi:10.1177/20552076231167007)