Durante la tavola rotonda “Come i dispositivi hi-tech aiutano la comunicazione tra paziente e medico di base”, organizzata durante Pharma Hub Week, Elena Peruzzi, Evidence Generation & Data Analytics Head Novartis e Valerio Citrani, CEO Diagnostica Medica Veloce, hanno presentato uno scenario che colloca l’Italia ancora in una posizione di arretratezza dal punto di vista tecnologico, in ambito salute.
L’esperienza di lavoro di Elena Peruzzi rappresenta un esempio, di come, attraverso la gestione ottimale dei dati si possano ottenere vantaggi sia per il paziente, sia per la governance delle strutture sanitarie.
«Con l’obiettivo si sistematizzare la propria governance per indirizzare al meglio gli sforzi, un’Asl decise di mettere a sistema tutti i dati di pazienti cronici, per clusterizzare i livelli di rischio. Di questa analisi di real world non hanno beneficiato solo i dirigenti, ma anche i medici, perché riuscivano a individuare i pazienti che dovevano seguire le cure in modo differente in funzione, appunto, del loro livello di rischio. Il progetto dati di real world è molto bello ed efficace.
Attenzione, però, perché pur essendoci i dati, le evidenze, le tecnologie e la telemedicina, occorre fare seguire dei corsi ai dipendenti e ai medici per un change management, investendo perché sviluppino una attitudine verso le nuove tecnologie per permettere loro un lavoro di collaborazione».
Le resistenze, nei confronti dei dispositivi hi-tech che aiutano la comunicazione tra il paziente e il medico di base, in Italia, sono ancora molto forti. Il fattore tempo rappresenta una variabile determinante che, in un contesto diagnostico e anche decisionale, dovrebbe essere ridotto al minimo. Valerio Citrani e la sua proposta di diagnostica veloce, brevettata per andare incontro ai pazienti che hanno bisogno di cure, oggi, su Roma, agevola ben 2.400 cittadini che si avvalgono della soluzione performante.
«Diagnostica medica veloce è una startup innovativa che si occupa di diagnostica domiciliare. Siamo partiti dalla base, per avere esami diagnostici in tempi rapidi con una assistenza anche domiciliare, al fine di agevolare chi non riesce a muoversi, ma anche chi è impedito per mancanza di tempo. Attraverso l’utilizzo della piattaforma, in modo molto semplice, dopo l’esame diagnostico, è possibile prendere l’appuntamento per il consulto del referto, unendo parte digitale a presenza fisica, sempre semplificando al massimo.
A questo, si affianca tutto il mondo dei medici, perché la nostra piattaforma si rivolge anche a loro, visto che possono connettersi al profilo del paziente e prescrivere loro degli esami. Anche se noi, in questo momento, ci stiamo focalizzando più sul paziente per rendere facile e veloce questo utilizzo».
Una risposta positiva del mercato a questo tipo di innovazione, ma non così immediata.
«Un ECG con la nostra soluzione prevede un costo di 60 euro, quando in una farmacia costa 40 euro e, in ospedale, pagando il ticket di 25 euro. Non una differenza assurda, considerando la velocità di prenotazione e la mancanza dello spostamento fisico».
Come conclude Peruzzi: «Il prossimo passo, in Italia, è quello di unire le forze del pubblico e del privato, ma non per fare business separati».