Gli infermieri svolgono un ruolo fondamentale in tutti gli ospedali del mondo valutando giornalmente i segnali vitali dei pazienti e monitorandoli nel tempo. Agiscono, quindi, in prima persona tanto nei pazienti acuti che in quelli cronici. Tuttavia, sembra che questi professionisti sanitari non siano interpellati nello sviluppo di sistemi di Intelligenza Artificiale da usare dentro e fuori l’ospedale.

Una recente revisione cinese offre una panoramica delle possibili applicazioni dell’IA alla gestione delle cronicità. Sono state scelte come focus perché anche in Cina la cura dei pazienti cronici ha un costo pari al 70% di tutta la spesa sanitaria e le malattie croniche sono le maggiori responsabili di morte. Per questo è importante individuare strategie di cura a lungo termine che includano percorsi personalizzati in base alle reali esigenze del singolo paziente e un supporto al cambio di abitudini di vita, sempre essenziale quando si parla di cronicità.

Buona parte di questo lavoro può essere svolto dall’infermiere, anche grazie al supporto dell’IA. Punto di partenza è la diffusione della sanità digitale che consente la raccolta di dati da parte di sensori indossabili, oppure di dati che possono essere utilizzati per sviluppare algoritmi ad hoc.

Pubblicato su Digital Health, lo studio “How do nurses work in chronic management in the age of artificial intelligence? development and future prospects” è stato condotto dal Dipartimento di amministrazione infermieristica del First Affiliated Hospital della Wenzhou Medical University. 

Ambiti di applicazione per la valutazione dei sintomi

Uno degli aspetti più pericolosi delle patologie croniche è che spesso si manifestano quando sono oramai ben acclarate, rendendo più difficile alle volte il percorso di cura. Certamente, sarebbe utile poter arrivare a diagnosi precoci: un ambito nel quale gli sviluppatori di IA si stanno impegnando grandemente.

Contemporaneamente, si sta affermando lo studio dei “symptom clusters”, ovvero quell’insieme di sintomi interconnessi che si verificano tutti insieme, determinando un alto rischio per il paziente. Come se il sistema corpo, afflitto da una malattia cronica, improvvisamente non riuscisse più a preservare il proprio equilibrio, manifestando contemporaneamente una serie di squilibri. Per questo è importante monitorare quotidianamente i segni vitali dei pazienti cronici e porre attenzione a minimi cambiamenti, cercando di prevedere l’evento di cluster. Un lavoro che può e potrà certamente essere supportato da algoritmi di intelligenza artificiale.

Secondo gli autori, inoltre, lo studio dei “symptom clusters” potrebbe portare a nuova comprensione di come i sintomi cambiano in relazione ai farmaci assunti, agli stili di vita e così via, conoscenze che potranno portare a percorsi terapeutici sempre più paziente-centrati. Un ambito, quello qui descritto, che potrebbe coinvolgere gli infermieri, dal momento che sono loro a monitorare l’andamento dei segni vitali e dei sintomi nei pazienti: questi professionisti potrebbero per esempio aiutare i ricercatori nel comprendere meglio le diversità tra i singoli pazienti, i così detti fenotipi.

Che dire della gestione della cronicità?

La gestione della cronicità è un altro settore in cui gli infermieri possono fornire un grande contributo. L’intento è di personalizzare al massimo gli interventi per rallentare la progressione della malattia ed evitare riacutizzazioni. In questo caso l’IA potrebbe aiutare, per esempio, a sviluppare chatbox specifiche per singole malattie croniche capaci di fornire ai pazienti risposte utili a gestire sintomi o momenti di crisi. In altre parole, supportandone l’autoefficacia. Tuttavia, per evitare che queste chatbox diano la sensazione di parlare con un robot, è importante coinvolgere gli infermieri nel processo di sviluppo, dato che di solito sono loro a tenere le relazioni con i pazienti.

In questo quadro, il medico interviene per migliorare il processo di cura solo quando davvero necessario, il che consentirebbe di migliorare la gestione delle risorse sanitarie, non solo economiche, ma anche in termine di personale, ambienti e tempistiche. La revisione pone infine l’accento sull’importanza della socialità nella gestione delle cronicità: i pazienti affetti da una data malattia trovano giovamento a confrontarsi con altri pari con la stessa patologia tant’è che si stanno diffondendo canali social e altre realtà simili, per la diffusione di informazioni e il supporto tra pazienti, realtà che gli autori sottolineano dovrebbe essere valutata in studi randomizzati.

Studio: Minghui Y, Hu Y, Lu Z. How do nurses work in chronic management in the age of artificial intelligence? development and future prospects. DIGITAL HEALTH. 2023;9.