I cambiamenti tecnologici richiedono aggiornamenrti culturali per potersi calare nella realtà. Mentre ancora molti, tra medici e cittadini, nutrono dubbi rispetto all’introduzione dell’IA in medicina, gli specialisti del settore continuano a sviluppare nuove soluzioni che la vedono come protagonista principale. Numerosi vantaggi possono venire da questo strumento, in primis la possibilità di tracciare la connessione tra miliardi di dati medici per individuare ricorrenze e fattori di rischio da usare nella prevenzione primaria e secondaria di tante patologie, da quelle croniche a quelle oncologiche.
L’IA ha applicazioni anche nelle malattie rare, non sufficientemente seguite dalla medicina perché difficili da studiare, sia nella ricerca clinica sia in quella farmacologica: algoritmi appropriati permettono di discriminare tra decine di molecole per individuare la più promettente, consentendo di risparmiare anni di tentativi e ottimizzare le risorse economiche.
Molte anche le applicazioni in ambito clinico, dal supporto decisionale al medico-chirurgo alla personalizzazione dei percorsi diagnostico-terapeutici, passando dallo screening iniziale delle immagini diagnostiche.
Queste applicazioni promettono di ottimizzare la presa in carico dei pazienti e aiutare i sistemi sanitari di tutto il mondo a far fronte alla scarsità di risorse, in un momento storico in cui la richiesta di salute cresce.
Perché il processo d’integrazione della IA nella pratica medica corrente sia semplice è fondamentale creare un humus culturale pronto ad accoglierlo, compito che spetta a formatori ed esperti di comunicazione.
Per questo la Federazione delle Società Medico-Scientifiche Italiane (FISM) ha sottoscritto una collaborazione strategica con il progetto di divulgazione e formazione “Intelligenza artificiale spiegata semplice”, ideato da Pasquale Viscanti e Giacinto Fiore.
Obiettivo della sinergia
Spiega Loreto Gesualdo, presidente della FISM: “l’IA ci aiuterà a svolgere meglio il nostro compito di medici. Ci sono tante esperienze a supporto di quanto appena affermato, la prima che mi viene in mente riguarda i big data, ovvero l’IA che aiuta a raccogliere dati da trasformare in informazioni utili per studiare tante patologie e cambiarne la storia”.
Inoltre, per rispondere alla paura che più facilmente attanaglia i medici quando pensano all’integrazione dell’IA nella pratica quotidiana, questo strumento non andrà a sostituire la figura del medico.
Confermano Viscanti e Fiore: “l’IA è una valida compagna di viaggio capace di migliorare le nostre giornate. Esistono vari modi per sfruttarne al meglio i punti di forza, si pensi agli algoritmi che riescono a leggere alla perfezione una cartella clinica e fornire una chiave di lettura utile al medico. A livello strettamente operativo vogliamo portare nuove certezze nel mondo della medicina per far sì che ambulatori, ospedali e aziende accolgano l’IA”.
Questo è proprio l’obiettivo della collaborazione tra FISM e Intelligenza Artificiale Spiegata Semplice: ascoltare i dubbi di chi lavora sul campo per dare risposte capaci di rassicurare e, insieme, portare aggiornamento tecnologico. La collaborazione prevede quindi l’avvio di eventi e corsi di formazione, in presenza e online, ma anche la divulgazione di podcast realizzati con i pazienti.