Dieci punti che chiedono alle aziende partecipanti di promuovere la cultura della prevenzione delle infezioni correlate all’assistenza e delle antibiotico resistenze e del controllo del rischio infettivo.
Contrastare la diffusione dell’antibiotico resistenza, controllare il rischio infettivo in ospedale e prevenire le infezioni correlate all’assistenza sono azioni necessarie per garantire sicurezza al cittadino che necessita di un ricovero clinico, evitando che si ammali ulteriormente in ospedale.
Per sensibilizzare le realtà ospedaliere a intraprendere azioni concrete e supportarle, Cittadinanzattiva e la Federazione Italiana Aziende Sanitarie e Ospedaliere (FIASO) hanno realizzato la Carta della qualità e della sicurezza delle cure, un documento in 10 punti che valorizza le priorità di intervento, le azioni e le misure necessarie.
Hanno collaborato al progetto un board di esperti che rappresentano istituzioni, professionisti sanitari, società scientifiche e associazioni di pazienti. Obiettivo del progetto, fare in modo che il maggior numero possibile di Aziende Sanitarie sposino i 10 punti.
L’Istituto Neurologico Carlo Besta aderisce al progetto
Resa pubblica in occasione della Giornata Mondiale di lavaggio delle mani, a maggio, la carta ha già ricevuto oltre 50 adesioni. E continuano ad aumentare. Di recente, per esempio, si è unita anche la Fondazione IRCCS Istituto Neurologico Carlo Besta di Milano.
Ecco le parole di commento del suo direttore generale, il dottor Angelo Cordone: “la Fondazione fa proprie le indicazioni di FIASO e mantiene il suo impegno nelle attività di prevenzione delle infezioni microbiche per la salute di tutti i pazienti e una maggiore sicurezza delle cure all’interno del nostro Istituto”.
Che cosa significa partecipare al progetto? Per capirlo vediamo quali sono i 10 punti che lo caratterizzano.
I punti della carta
Il primo impegno che si prende aderendo al progetto di Cittadinanzattiva e Fiaso è la trasparenza: le aziende partecipanti devono segnalare sul proprio sito istituzionale informazioni inerenti le misure adottate per la prevenzione e la gestione delle infezioni correlate all’assistenza (ICA), aggiungendo una pagina dedicata in cui elencare anche le linee guida seguite e le procedure.
Il secondo punto riguarda l’umanizzazione delle cure, il che significa rendere le strutture accessibili e comfortevoli, con segnaletica ben visibile e chiara.
Si passa poi alle responsabilità: le aziende devono quindi garantire di seguire e implementare, man mano che vengono prodotte, le linee guida e le raccomandazioni inerenti la prevenzione e il controllo delle ICA, la diffusione dell’antibiotico resistenza e così via. Devono inoltre essere fissati periodicamente gli standard di sicurezza e qualità che si vogliono raggiungere.
Il quarto punto si concentra sulle risorse umane presenti in struttura, che devono essere sempre in numero adeguato e ben formate e sensibilizzate ai temi della sicurezza e prevenzione.
Si passa poi alla gestione dell’antibiotico resistenza, che richiede, tra le altre cose, l’istituzione di protocolli e programmi ad hoc per Antimicrobial Stewardshipm connessi con quelli di infection control.
Inoltre devono essere istituiti Comitati Infezioni Ospedaliere (CIO). Il punto 6 richiede di ottimizzare e gestire al meglio le procedure di igienizzazione, sanificazione e sterilizzazione, per garantire un ambiente pulito e protetto.
Il settimo punto si concentra sulla formazione del personale coinvolto, così che sia sempre aggiornato e consapevole rispetto ai comportamenti e le azioni da intraprendere.
Andando verso la fine, l’ottavo punto chiede alle aziende di assicurarsi che gli ambienti interni ed esterni rispondano sempre alle norme di legge e garantiscano ai visitatori di potersi muovere in totale sicurezza.
Infine, il nono punto sottolinea l’importanza di collaborare con associazioni di pazienti. Il decimo e ultimo punto è rivolto al confronto con i cittadini, che hanno diritto di chiedere e di ricevere risposte pronte e gentili.