Il Ssn rinuncia alle nuove tecnologie con le logiche del prezzo più basso

20141028_095614Il settore dei dispositivi medici è un settore produttivo orientato all’innovazione e l’Italia tiene il passo a livello mondiale, ma è penalizzata dal pesante calo del mercato domestico. è stato presentato oggi a Roma il terzo Rapporto su “Produzione, ricerca e innovazione nel settore dei dispositivi medici in Italia” in occasione del convegno “Oltre la siringa. Dispositivi Medici: solo costi o più salute?”. I dati, riferiti al 2013, indicano che le imprese di DM sono 3025 in Italia con 54.000 addetti. Il settore è riuscito nel biennio 2011-2013 a reggere i ritmi dell’export mondiale ma ha subito una forte penalizzazione dal mercato interno. I dati presentati indicano infatti che nel 2013 le esportazioni sono aumentate del 2,8% (5,9 miliardi), mentre l’andamento del mercato interno ha subito una riduzione di domanda sia pubblica che privata notevole con una contrazione del 4% rispetto all’anno precedente e dell’11% negli ultimi quattro anni. “I nostri ospedali – ha dichiarato Stefano Rimondi, presidente di Assobiomedica – si stanno impoverendo per i continui tagli e la conseguente riduzione della qualità di servizi. il Ssn sta rinunciando a investire in moderne tecnologie mentre le aziende del settore sono fortemente orientate all’innovazione: due imprese su tre risultano aver infatti introdotto almeno un’innovazione nel 2010-13”. “La constante campagna sul Ssn come fonte di potenziale instabilità economica per il Paese è frutto di incapacità di analisi o di scorretta informazione- conclude Rimondi- sottolineando che” il mercato delle “famose” siringhe vale solo lo 0,02% della spesa sanitaria e che invece è necessaria una seria valutazione delle condizioni di fornitura per poter comparare i prezzi dei dispostivi medici”. Eccellenza clinica, innovazione e distretti produttivi ad alta specializzazione, insieme ad un cambiamento di mentalità verso il settore sanitario, le armi per risollevare un campo dalle enormi potenzialità.