Infezioni ospedaliere, un algoritmo può migliorare la cura

Con l’avvento dei batteri antibiotico-resistenti la gestione delle patologie infettive e della sepsi è diventata una sfida per i medici e per i sistemi sanitari di tutto il mondo.
Il mondo della ricerca sta lavorando alacremente per individuare nuove molecole in grado di sconfiggere i batteri resistenti e per trovare nuovi modelli organizzativi che assicurino di utilizzare al meglio i farmaci oggi a disposizione.

Uno studio internazionale (Cost-Effectiveness Analysis of a Procalcitonin-Guided Decision Algorithm for Antibiotic Stewardship Using Real-World U.S. Hospital Data. Anne M. Voermans, Janne C. Mewes, Michael R. Broyles, and Lotte M. G. Steuten. A Journal of Integrative Biology) che ha visto la collaborazione di ricercatori statunitensi, olandesi e britannici si è concentrato sulla gestione della sepsi e delle infezioni del basso tratto respiratorio, due delle principali cause di malattia e morte tra i pazienti ospedalizzati.

In particolare, il team ha presentato un’analisi costi/benefici relativa all’uso di un algoritmo decisionale che guida i medici nella prescrizione degli antibiotici nelle patologie sopra riportate, effettuando un confronto con un setting di cura standard.
L’algoritmo è basato sul biomarcatore procalcitonina.

Più nel dettaglio, è stato utilizzato un modello ad albero, prima e dopo l’implementazione dell’algoritmo su un insieme di dati specifici del sistema sanitario statunitense.
I risultati hanno mostrato che l’introduzione dell’algoritmo consente di ridurre la permanenza in ospedale dei pazienti, l’uso di antibiotici, il numero di giorni con ventilazione meccanica e anche il numero di pazienti che contraggono il Clostridium difficile in ospedale.

Dal punto di vista economico si avrebbe un risparmio medio di 25,611 dollari per la cura della sepsi e di 3639 dollari per le infezioni del basso tratto respiratorio, il tutto in confronto alle cure standard.

Stefania Somaré