La tecnologia come volano per il rinnovo del sistema sanitario

Lo scorso 29 marzo, il Salone delle Fontane di Roma ha ospitato l’evento “Innovazione: una nuova visione tra sostenibilità ed efficienza” organizzato da GE HealthCare; una giornata organizzata per presentare la nuova società spin off di General Electric e, al contempo, riflettere sull’importanza dell’innovazione e delle nuove tecnologie per il rinnovamento del sistema sanitario in un’ottica di sostenibilità.

Il tema della sostenibilità assume sempre maggiore importanza in ambito sanitario a fronte di una popolazione che invecchia, con un conseguente incremento di patologie croniche e con un numero di medici in progressivo calo.

In tal senso, la tecnologia può essere volano per il rinnovo del SSN. Proprio di questo si è parlato in occasione dell’evento “Innovazione: una nuova visione tra sostenibilità ed efficienza”, organizzato a Roma da GE HealthCare, lo scorso 29 marzo, per presentare la nuova società nata dallo spin off di General Electric e per affrontare il tema dell’innovazione sostenibile in sanità, una delle priorità del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza.

La sostenibilità: un tema cruciale per la sanità

Antonio Spera, ad GE Healthcare Italia

“Il tema della sostenibilità è cruciale per la sanità in questo momento storico. Le sfide della sanità sono molteplici: l’invecchiamento della popolazione, la cronicizzazione delle malattie, la riduzione del personale medico, un uso efficiente delle risorse, un tema di accesso legato al calo delle prestazioni (meno 28% nel 2020) e alle liste d’attesa”, ha spiegato in apertura Antonio Spera, AD di GE HealthCare Italia.

L’effetto accelerazione legato alla pandemia e l’inefficiente uso dei dati

La pandemia è stata difatti un acceleratore di molteplici dinamiche già in essere, a partire dalla telemedicina e dal teleconsulto, che hanno sperimentato un vero e proprio boom. Al contempo, un altro fenomeno che si è andato delineando è stato quello del crescente burnout del personale sanitario, vessato da eccessivi carichi di lavoro.

“L’innovazione tecnologica è fondamentale per il futuro della sanità in ottica di sostenibilità. La pandemia ha accelerato fenomeni già in essere come la telemedicina (che è cresciuta di 11 volte rispetto al periodo pre-pandemico) ma c’è ancora un tema fondamentale legato all’uso dei dati: oggi dei 50 petabytes di dati generati dagli ospedali in media all’anno a livello globale, solo il 3% viene utilizzato. C’è quindi un grande potenziale che viene dall’utilizzo dei dati e l’unica soluzione è andare verso la medicina di precisione per curare solo chi ha bisogno nel miglior modo possibile”.

Verso la medicina di precisione: la nuova visione di GE HealthCare

Antonio Spera, nel suo intervento ha sottolineato la visione e le nuove progettualità di GE HealthCare, la più grande operazione avvenuta in ambito med-tech, ufficializzata lo scorso 4 gennaio. GE HealthCare è oggi un’azienda indipendente, quotata in borsa, focalizzata sul business sanitario, che ogni anno investe oltre un miliardo di dollari in R&D e può vantare un fatturato di 18 miliardi di dollari. Ancora, l’AD di GE Healthcare Italia ha messo in luce come la tecnologia possa essere un aiuto rilevante e concreto per efficientare il sistema sanitario e ridurre i costi, combinando soluzioni di intelligenza umana e artificiale per ottenere i migliori outcome.

Difatti, la qualità dell’assistenza incide in modo determinante sulle guarigioni e sulla sopravvivenza. Basti pensare che l’OECD ha evidenziato che la tecnologia può aiutare in maniera significativa a ridurre lo spreco che si registra a livello di prestazioni sanitarie, quantificato nell’ordine di un 20%.

Inoltre, è stato evidenziato che il numero di visite eseguite nel corso del 2020 si è ridotto del 28% rispetto all’anno precedente e ancora oggi resta a -15% rispetto al 2019, confermandosi, con ciò, le difficoltà ancora esistenti nell’accesso alle prestazioni, sia per via di una rinuncia alle cure sia per l’impossibilità di ricorrere a spese out of pocket.

Ultimo, ma non per importanza, il problema dei dati sanitari, praticamente inutilizzati.
La strada verso la medicina di precisione è un cammino in salita, complessificato da una serie di problemi: dalla privacy alla cybersicurezza, dai temi regolatori all’integrazione dei dati. Per poter implementare il sistema di cure, occorrono investimenti e una collaborazione di tutti i player verso una implementazione pratica dei sistemi digitali che permetta di utilizzare queste nuove tecnologie intorno al paziente con l’unico obiettivo di migliorare il suo outcome clinico.

Innovazione sostenibile in sanità: una stella polare per il PNRR

La prima parte dell’evento, focalizzato sull’innovazione sostenibile in sanità, una delle priorità indicate dal PNRR, ha visto allo stesso tavolo, moderato da Massimo Barberio, Direttore Government Affairs di GEHC, l’Onorevole Luciano Ciocchetti, Vicepresidente XII Commissione Affari Sociali, Camera dei Deputati, l’Onorevole Ylenja Lucaselli, Componente V Commissione Bilancio, Tesoro e Programmazione, Camera dei Deputati e Achille Iachino, Direttore Generale Dispositivi medici e Servizio Farmaceutico del Ministero della Salute.

Nel corso del dibattito è emersa innanzitutto la necessità di aumentare gli stanziamenti del Fondo Sanitario Nazionale per accompagnare l’evoluzione tecnologica delle aziende ospedaliere: basti pensare che oggi la popolazione over65 è pari al 37% del totale, con un aumento di oltre 1,5 milioni di unità nel corso dell’ultimo decennio. I pazienti cronici, con una sola patologia ammontano al 40%, i polipatologici al 22%. Questo quadro riflette una situazione di una popolazione che invecchia, andando a drenare risorse crescenti alla sanità.

Innovare vuol dire migliorare l’efficacia e l’efficienza delle prestazioni. Questo momento storico, è stato sottolineato, è attraversato da una fase complessiva di riforma: basti in tal senso pensare alla legge sugli anziani: sta cambiando la modalità di presa in carico, piani personalizzati, anche se ancora tutto questo esiste solo in alcuni contesti e rispetto a determinate patologie.

Occorre una ridefinizione dei Livelli Essenziali di Assistenza, unitamente alla possibilità di portare i servizi sempre più vicini alle persone, stabilendo regole che garantiscano equità su tutto il territorio nazionale, è stato ribadito. Anche per quanto riguarda il mondo dei dispositivi medici – che poggia su una forte innovazione e creatività, ma al contempo anche su solide evidenze – è importante stabilire in quali setting introdurli senza produrre inutili sprechi.

Si è ricordato che il Governo attuale punta ad un incremento di risorse per la sanità affinchè la spesa sanitaria possa incidere sul 9% del PIL. Perché ciò possa concretizzarsi è importante riflettere anche sul tema dell’appropriatezza, superando una logica di tetti di spesa ormai vetusti. Per quanto riguarda l’annoso problema rendicontazione regionale-nazionale, l’ipotesi di una rendicontazione centralizzata è un’ipotesi ben accolta, unitamente a un attento monitoraggio.

Occorre mettere in programma procedure di rinnovo tecnologico e procedure di acquisto, stabilendo PDTA e andando a vedere quindi quali device servono davvero e dove – a livello di strutture hub e spoke.

Due esempi concreti di innovazione: i percorsi cardiologico e senologico

Nel corso della giornata è stato possibile seguire due percorsi tecnologici inerenti all’area Cardiologica e Senologica, introdotti rispettivamente dal dott. Andrea Baggiano, direttore dellʼUnità di Risonanza Magnetica Cardiovascolare del Centro Cardiologico Monzino di Milano e dal prof. Marco Moschetta, Coordinatore della Breast Care Unit dell’Azienda Ospedaliero Universitaria Consorziale Policlinico di Bari.

Baggiano ha spiegato come negli ultimi anni si sia assistito a una forte implementazione delle tecnologie, che hanno investito anche l’ambito cardiovascolare. L’ammodernamento di RM, TAC, ecografie computerizzate permette di arrivare più velocemente e con un maggior grado di certezza a pianificare le procedure interventistiche nel miglior modo possibile per offrire al paziente la soluzione più adeguata in tempi ridotti.

In ambito senologico, Moschetta ha illustrato il concetto di “One Stop Clinic”, un nuovo modo di pensare e gestire il percorso di diagnosi di secondo livello in senologia, che prevede l’utilizzo di tecnologia avanzata come tomosintesi, ecografia automatica, mammografia con contrasto e biopsia sotto guida CEM.

“I pazienti con priorità di secondo livello possono recarsi nella clinica per richiami di secondo livello di screening o sintomatologia per affrontare un percorso multistep che può portare a una diagnosi conclusiva entro la giornata” – ha sostenuto Moschetta – “Il percorso permette di accreditare il centro di senologia e consente di discutere caso per caso per avviare un percorso personalizzato per la singola paziente. Si è visto che i dati di performance migliorano notevolmente se utilizziamo l’approccio One Stop Clinic all’interno dei percorsi del carcinoma mammario”.