«Gli ospiti anziani hanno gradi diversi di autosufficienza e fragilità, insieme a un rischio aumentato di contrarre infezioni. Quelle da patogeni difficili sono in crescita e si distinguono in quanto particolarmente resistenti agli antibiotici oppure facilmente trasmissibili e in grado di determinare eventi epidemici difficili da controllare e che possono estendersi anche all’ospedale», così Giacomo Magnani, direttore del Reparto Malattie Infettive dell’Arcispedale Santa Maria Nuova di Reggio Emilia, in occasione del convegno “Infezioni da patogeni difficili nelle strutture assistenziali per anziani”, nato dalla collaborazione tra la Società Italiana di Malattie Infettive e Tropicali e la Federazione Associazioni Dirigenti Ospedalieri Internisti dell’Emilia Romagna. L’aumentata incidenza di tali infezioni è imputabile a vari fattori. Tra questi, l’alta incidenza di ospiti con patologie croniche portatori di difese immunitarie compromesse, la frequenza dei ricoveri in ospedale e il diffuso impiego di antibiotici. La prevalenza media delle infezioni nelle Rsa è stimata di 11/100 ospiti (range: 3-33%, con variazioni legate al tipo di struttura e alle problematiche della popolazione ospite ecc.). Gli antibiotici sono tra i farmaci più prescritti: il 60-70% dei pazienti riceve almeno una prescrizione l’anno di tali farmaci, spesso inutile o inappropriata. «Le soluzioni consistono nell’intervento sulla gestione clinica del singolo caso e, in una visione più ampia del rischio infettivo, nell’adozione di adeguati programmi di sorveglianza e prevenzione delle infezioni nell’intera struttura. La diffusione di conoscenze al personale coinvolto a vario titolo nell’assistenza agli ospiti anziani è la base per l’attuazione di strategie efficaci», conferma Magnani.