Lombardia, approvato ampliamento di chirurgia robotica e formazione

(foto archivio)

La Giunta regionale lombarda ha approvato la Delibera n. 5450 proposta da Letizia Moratti, vicepresidente e assessore al Welfare, per il rinforzo della chirurgia robotica in Regione: “Chirurgia Robotica – Indicazioni per lo sviluppo e la formazione”.

Tra gli obiettivi, la creazione di una rete diffusa apposita e l’individuazione di un centro specializzato per provincia, per un totale di 12.

Grande importanza data alla formazione, vista come strumento per raggiungere gli obiettivi proposti: se ne occuperanno l’ASST Grande Ospedale Metropolitano Niguarda e l’ASST Santi Paolo e Carlo, entrambe riconosciute come eccellenze nella chirurgia robotica in Italia e all’estero.

Regione Lombardia vorrebbe arrivare a eseguire almeno 3.000 interventi robot-assistiti l’anno. Al momento l’ambito urologico è quello dove le evidenze di efficacia e sicurezza sono maggiori per la chirurgia robotica, tanto che questa fetta rappresenta il 68% di tutta l’attività portata avanti in Italia, ma nel tempo si sono individuati altri ambiti che possono beneficiare della nuova modalità di intervento, come la chirurgia generale, ginecologica, toracica e otorinolaringoiatrica.

«Quello della chirurgia robotica», commenta Letizia Moratti, «è un settore che riteniamo possa diventare strategico per la nostra sanità. Una considerazione dettata anche dai numeri. Sebbene questa specialità chirurgica in Italia costituisca ancora una novità, dal 2018 sono stati effettuati con la robotica oltre 20.000 interventi. Pertanto, sul nostro territorio vogliamo intraprendere questa strada con ancora più convinzione di ora, attraverso percorsi virtuosi e momenti di formazione e aggiornamento».

«Lo sviluppo della chirurgia robotica, come di tutte le innovazioni tecnologiche introdotte nel settore sanitario, richiede che ci sia una valutazione di appropriatezza clinica, basata sulle evidenze. Come pure una formazione adeguata degli operatori e un accesso universale ed egualitario per i cittadini. Il che costituisce la risposta a uno dei principi cardine del Sistema sanitario nazionale: l’accesso alle cure».

Ecco allora che Regione Lombardia intende monitorare l’attività di chirurgia robotica condotta nel suo territorio, valutandone i volumi di attività nelle varie specialità chirurgiche: il minimo target terapeutico è stato stabilito in 250 interventi l’anno. Sarà inoltre istituito un tavolo di lavoro per valutare il rapporto costi-benefici legato alle operazioni effettuate con l’ausilio di robot o solo dal chirurgo.

La letteratura dà evidenza di vantaggi associati alla chirurgia robotica, in primis la precisione e l’eliminazione di eventi associati alla stanchezza del chirurgo, come i tremolii. Occorre però valutare con attenzione in quali interventi offre un reale vantaggio e dove, invece, si può procedere con le tecniche tradizionali.

Dal punto di vista del paziente la chirurgia robotica assicura, tra le altre cose, interventi mininvasivi, un recupero più rapido nel post-operatorio e minor sanguinamento, se non assente.

Per concludere, l’assessore sottolinea l’importanza di «assicurare un adeguato monitoraggio delle procedure con lo scopo di garantire il migliore risultato al cittadino. In termini sia di efficacia che di sicurezza.

Salvaguardando in tal modo il principio fondamentale del value based health care. Il valore e la qualità della chirurgia robotica non saranno così solo legati ad aspetti tecnici, organizzativi ed economici. Perché saranno integrati in un processo di miglioramento continuo, che mette il paziente al centro delle cure. Del resto, pensiamo a una sanità sempre più smart e tecnologica. Nella quale il rapporto empatico e le competenze umane siano un valore aggiunto, ulteriore e imprescindibile».

Stefania Somaré