Sebbene il parto fisiologico sia oramai riconosciuto come gold standard per la salute di neomamma e neonato, ci sono situazioni in cui il rapporto benefici-rischi pende verso il parto cesareo.

Esistono linee guida ad hoc che supportano il clinico nel decidere, insieme alla futura mamma, se programmare o meno un parto cesareo. Tra le indicazioni vi sono:

  • la presentazione podalica;
  • in donne diabetiche, un peso stimato del bambino superiore a 4,5 kg;
  • presenza di infezioni virali attive da Herpes simplex;
  • storia clinica di rottura dell’utero;
  • presenza di anomali a carico della placenta.

Esiste poi la possibilità che la donna richieda il parto cesareo, desiderio che può essere tenuto in considerazione, ma che comunque deve sottostare al miglior rapporto benefici/rischi.

Infine, può succedere che un parto avviato come fisiologico venga tramutato in emergenza in cesareo. L’Italia presenta una percentuale di parti cesareo ben sopra la media europea e di un 10-15 punti percentuali superiore a quanto raccomandato dall’Organizzazione Mondiale della Sanità.

Per dare qualche numero, nel 2021 sono stati effettuati 218 parti cesareo ogni 100 mila abitanti, in lieve flessione rispetto agli anni precedenti.

Importanza del pelle a pelle

Nel corso degli anni i protocolli clinici dedicati al parto cesareo sono molto cambiati, soprattutto per quanto riguarda il contatto madre/neonato. La letteratura ha da tempo evidenziato i vantaggi del contatto pelle a pelle subito dopo il parto per favorire la creazione del bonding, di quel legame speciale che lega madre e figlio, e anche l’allattamento al seno.

Dopo una prima fase di coccola e rilassamento, infatti, non è raro che il neonato inizi a cercare il seno della madre, attaccandosi per succhiare il colostro e questa azione non fa che andare a stimolare la montata lattea.

Se in questa fase la neomamma è affiancata dal compagno, il pelle a pelle supporta anche l’instaurarsi della complicità della coppia genitoriale. La pratica del “pelle a pelle” subito in sala operatoria dopo un parto cesareo è una procedura che va diffondendosi, sebbene sia scelta della singola struttura ospedaliera se adottarla o meno.

In Italia questa procedura non è ancora molto diffusa nei punti nascita a seguito di parto cesareo, perché richiede di mettere a punto un protocollo di sicurezza per la madre e il neonato stesso.

Per garantire alle donne che decidono di partorire nel punto nascita dell’Ospedale Santo Spirito di Casale Monferrato, afferente all’Asl di Alessandria, è stato avviato un tavolo di lavoro che vede la partecipazione di neonatologi, ginecologi, anestesisti, ostetriche e infermiere con l’obiettivo di realizzare un protocollo operativo da poter applicare poi anche presso l’ospedale San Giacomo di Novi Ligure.

L’intento è consentire anche al partner di presenziare al parto e stare accanto alla neomamma, partecipando anche al contatto pelle a pelle.