Pazienti multipatologici, nasce il medico della complessità

I pazienti complessi multipatologici sono i nuovi malati all’attenzione del sistema salute perché la loro gestione è tra le maggiori sfide della sanità del futuro.
Il medico della complessità, nuova figura preparata attraverso specifici corsi formativi, è il moderno professionista sanitario capace di individuare strategie di cura e organizzare percorsi sanitari ad hoc per gestire la cronicità.

Le malattie croniche rappresentano il 60% di tutte le patologie nel mondo e il loro incremento è previsto fino all’80% nel 2020. In Italia il 10% della popolazione over 65 ha almeno tre condizioni morbose croniche, che richiedono più farmaci, più medici e più costi per la gestione.

La sfida è mettere in campo una nuova figura sanitaria, appunto, il medico esperto in medicina della complessità, come emerso nel corso dell’incontro “Il paziente complesso, un nuovo protagonista sullo scenario della salute: medici competenti e certificati per vincere la sfida”, promosso dall’associazione scientifica The System Academy con il supporto incondizionato di Alfasigma.

«The System Academy è un’associazione scientifico-culturale no profit che, tra le varie attività, organizza percorsi di formazione specifica per preparare gli operatori sanitari a sostenere l’esame di certificazione professionale di medico esperto in medicina della complessità», dichiara Augusto Zaninelli, presidente The System Academy. «Il medico esperto nella complessità è un professionista formato per la gestione del paziente cronico multipatologico, applicando le raccomandazioni nella pratica clinica e tenendo conto di tutte le patologie e le variabili che coesistono nello stesso individuo».

La prevalenza delle malattie croniche aumenta linearmente con l’età, passando dal 10% nella fascia d’età 0-19 anni al 78% negli anziani. Il 10% della popolazione italiana sopra i 65 anni ha più di tre condizioni morbose croniche.
Il profilo del nuovo malato complesso è quello di un individuo sopra i 65 anni, che assume più di 5 farmaci, afflitto da disabilità ma con un’aspettativa media di vita più lunga rispetto al passato.
Serve un approccio mirato alla nuova medicina della complessità e una gestione coordinata di questo pazienti attraverso percorsi diagnostico-terapeutici riabilitativi individualizzati.

«Il paziente con una sola malattia non esiste quasi più e la cura esclusivamente specialistica, prima tanto in auge, non è più risolutiva», afferma Claudio Ferri, presidente della Società Italiana dell’Ipertensione Arteriosa (SIIA). «Oggi bisogna gestire la complessità clinica ma anche quella sociale ed economica del malato.
Il medico esperto in medicina della complessità è la figura sanitaria che riesce a inquadrare il malato cronico, a fare una sintesi delle sue problematiche, a coordinare e pianificare il percorso di cura anche nell’acuzie, assicurando una continuità assistenziale tra ospedale e territorio.
Tutto ciò si ripercuote positivamente sia sulla salute e sulla qualità di vita del paziente sia sulla sostenibilità del sistema sanitario».

Le malattie croniche, in particolare quelle cardiovascolari (48%) e quelle oncologiche (28%), oltre a minare la sostenibilità dei sistemi sanitari, sono responsabili del 92% delle morti in Italia.
Il medico esperto di cronicità è capace di distinguere in un paziente complesso le condizioni morbose più importanti, come una dislipidemia grave, da quelle meno importanti e di attuare strategie terapeutiche personalizzate e preventive.
Non esistono linee guida per il paziente con multipatologia ma tante linee guida per singola malattia, perché ancora oggi l’Università insegna ai futuri medici soltanto le singole branche della medicina, con il risultato di un sapere frammentato.

«Il malato cronico può essere curato ma difficilmente viene guarito», sottolinea Enzo Manzato, presidente della Società Italiana per lo Studio dell’Aterosclerosi (SISA), «le alterazioni del metabolismo dei lipidi, come le tanto frequenti dislipidemie, possono portare alla complessità clinica di un paziente.
Qui entra in gioco la competenza del medico della complessità, che mette in atto le raccomandazioni dettate dalle più recenti linee guida per ridurre drasticamente e rapidamente il valore del colesterolo cattivo nel sangue. L’obiettivo primario del trattamento è prevenire l’infarto».

La presenza concomitante di più patologie ha un ruolo critico nei confronti degli outcome sanitari, compresi qualità di vita e disabilità che aumentano il consumo di farmaci, dei costi e un maggiore impiego di risorse sanitarie.
È compito del medico esperto e certificato in medicina della complessità mettere a punto un percorso diagnostico terapeutico assistenziale e riabilitativo il più possibile individualizzato e ottimizzare le risorse disponibili.