Sette società scientifiche in rappresentanza di urologi, oncologi e radioterapisti hanno presentato a Torino un documento che descrive i percorsi diagnostico-terapeutico-assistenziali dei tumori urologici.
Partendo dalla convinzione che la proposta di cura antitumorale non possa essere in capo a un singolo specialista, il PDTA prevede una strategia terapeutica condivisa a livello interdisciplinare fin dalla diagnosi.
Sono coinvolte: SIUrO (Società Italiana di Urologia Oncologica), AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), AIRB (Società Italiana di Radiobiologia), AIRO (Associazione Italiana di Radioterapia e Oncologia Clinica), AURO (Associazione Urologi Italiani), CIPOMO (Collegio Italiano Primari Oncologi Medici Ospedalieri) e SIU (Società Italiana di Urologia).
Il lavoro comune di preparazione ha portato alla proposta di un “TMD (team multidisciplinare) Uro Oncologico”.
Di fronte a una diagnosi di tumore (o a un sospetto) è necessario programmare gli esami corretti nel minor tempo possibile. Le strutture sanitarie, però, hanno ciascuna una propria organizzazione indipendente.
Ecco allora che le diverse strutture studiano insieme come organizzare i percorsi fra una struttura e l’altra: il PDTA prevede la corretta sequenza dei trattamenti e, soprattutto, definisce chi si occupa di accogliere e poi di accompagnare il malato nel suo percorso.
Semplice a dirsi ma non a farsi. Per questo, il gruppo TMD Uro Oncologico ha programmato una serie di incontri nelle diverse Regioni italiane per discutere quanto proposto e contestualizzarlo nelle varie realtà.
Si è partiti dal Piemonte, dove la discussione è stata animata e partecipata. Gli specialisti ritengono che il lavoro multidisciplinare sia necessario e che sia l’unico modo per garantire omogeneità nei trattamenti, ridurre gli sprechi e soprattutto offrire le migliori possibilità di cura.
Tuttavia, non è pensabile che lo sforzo organizzativo avvenga in modo automatico: vanno destinate risorse per il personale preposto al coordinamento dei pazienti oncologici. In Piemonte e Valle d’Aosta esiste da anni una Rete Oncologica che prevede un Centro Accoglienza e Servizi, il cui compito è il coordinamento nei percorsi di cura.