In Italia il ricorso alle tecnologie legate alla telemedicina, ovvero a quella modalità di erogazione di servizi di assistenza sanitaria che avviene tramite il ricorso a tecnologie innovative, dove accade che il paziente e l’operatore sanitario, o più operatori sanitari, non si trovano nello stesso luogo, non risulta essere ancora una realtà sperimentata in modo sufficientemente ampio per potersi effettuare un’analisi compiuta delle eventuali problematiche legali che possono derivare dal suo utilizzo: sono assenti sia leggi regolatrici sia casi giurisprudenziali inerenti alla materia. Al contrario, negli Stati Uniti d’America il ricorso a tali pratiche si è consolidato da almeno un ventennio: pertanto una giurisprudenza in materia è già presente e risulta assai utile al fine di valutare l’impatto di tali tecnologie sul paziente e di verificare come le Corti hanno deciso e risolto le problematiche giuridiche che si sono presentate.
Pertanto è stato rivolto lo sguardo a tale ordinamento, per poter fornire delle risposte e degli spunti di riflessione utili a inquadrare anche quanto sta avvenendo nel nostro Paese. Sono stati analizzati casi giurisprudenziali americani relativi a tre grandi ambiti di criticità individuati e cioè alle problematiche relative all’attività medica a distanza, ai problemi provocati dall’uso della tecnologia e infine ai rischi collegati al trattamento dei dati sensibili.
(abstract della relazione presentata dall’avv. Luigi Lucente, Studio Legale Lucente di Milano, in occasione del convegno “Ingegnerizzazione della Sanità. Strategie e tecnologie al servizio del paziente”, organizzato da Tecnica Ospedaliera nell’ambito di Exposanità il 20 maggio 2016)