Ausl di Reggio Emilia: efficienza della rete dell’emergenza-urgenza

Negli ultimi tempi l’Ausl di Reggio Emilia ha riorganizzato la propria Rete territoriale dell’Emergenza-Urgenza con l’obiettivo di migliorare il servizio offerto e garantire tempi d’attesa ancora inferiori ai precedenti.

Il nuovo modello prevede di convogliare i casi più gravi verso il Pronto Soccorso, con un percorso ad hoc, e quelli di minore complessità verso una rete di Centri Assistenza e Urgenza (CAU), attivi h24 e dotati di Unità di Continuità Assistenziale (UCA) e di équipe medico-infermieristiche.

Già presentata a fine 2023 a medici, infermieri e operatori sanitari che ogni giorno lavorano in questo ambito, la riorganizzazione non è però stata ben accolta da tutta la popolazione.

Tra le motivazioni del disaccordo vi è un evento drammatico accaduto nel 2020 (la morte di una paziente presa in carico dalla Rete), collegando l’evento alla chiusura del Pronto Soccorso di Montecchio Emilia.

Per rispondere a queste voci la Direzione Generale aziendale ha diffuso un comunicato stampa in cui sottolinea che non esiste alcuna correlazione tra il cambio di organizzazione e il decesso della paziente, evidenziando come l’efficenza della Rete di emergenza-urgenza sia supportata dai numeri.

I numeri della rete

Si legge nel comunicato: «Le normative attualmente vigenti prevedono l’arrivo sul paziente del primo mezzo di soccorso, sui codici di gravità maggiori, entro 18 minuti dalla chiamata al 118. Nel caso specifico il mezzo è giunto a destinazione a 11 minuti dalla partenza».

Se è vero che non è stato possibile far arrivare il mezzo più vicino, perché già impegnato in altre procedure, lo è anche che sono stati subito attivati altri due mezzi di soccorso avanzato. Quindi, nonostante la chiusura del Pronto Soccorso locale, i tempi di arrivo sono stati rispettati. Inoltre, «la normativa prevede un mezzo di soccorso avanzato ogni 60.000 cittadini o ogni 350 km2. In provincia di Reggio Emilia, attualmente, vi è un mezzo di soccorso avanzato ogni 44.000 abitanti, oltre all’elisoccorso, al servizio delle tre province.

La Regione Emilia-Romagna, nell’ambito degli standard di qualità, ha posto come indicatore la copertura, con professionisti, delle patologie “first hour quintet”, cioè di cinque patologie tempo-dipendenti (arresto cardiaco, dolore toracico con infarto ST sopra, insufficienza respiratoria, politrauma, ictus). Uno dei migliori target regionali (>90%) è stato raggiunto proprio nel distretto di Montecchio Emilia dopo la riorganizzazione avvenuta a partire dal 4 dicembre 2023.

Da questa data il distretto può contare su un numero maggiore di mezzi di soccorso avanzato: una automedica, attualmente in convenzione con l’Azienda Usl di Parma; una auto-infermieristica, con sede a Montecchio Emilia; una auto infermieristica con sede a Cavriago; una ulteriore auto infermieristica nel vicino distretto di Guastalla».

Come a dire che la riorganizzazione non fa che migliorare un servizio che comunque, anche nel 2020, ha fatto ciò che doveva. 

Il ruolo della rete

Per concludere, il comunicato ricorda anche qual è il ruolo della rete in questo contesto. «L’efficienza del sistema dell’emergenza urgenza si basa su una corretta gestione della rete. Il mezzo “più idoneo” non è quello geograficamente più vicino, ma il mezzo più adatto a rispondere alle esigenze di salute del cittadino sulla base delle notizie cliniche fornite.

La rete fa sì che, se il mezzo di competenza in un territorio è impegnato su altra emergenza, si attiva un sistema di back up per cui può essere inviato il mezzo di “seconda competenza” secondo uno schema a cascata predisposto dall’emergenza territoriale in collaborazione con la Centrale Operativa 118.

Solo grazie alla rete è possibile integrare le varie risorse professionali e garantire sempre una risposta tempestiva, rapida ed efficace. Stupisce un po’ che dopo incontri pubblici, sui tavoli istituzionali e in altre sedi in cui si è spiegato il significato della riorganizzazione della rete dell’emergenza urgenza, dovuta a un miglioramento dell’assistenza, ottimizzando le risorse tecnologiche e soprattutto quelle umane, che come tutti sanno sono scarsissime, giungano richieste di operatori e cittadini che chiedono di ripristinare la situazione precedente, apparentemente senza tenere conto del contesto profondamente mutato negli ultimi anni».