Una regione a sanità digitale

Il processo di digitalizzazione del mondo sanitario è in continua evoluzione: interessa la sfera organizzativa della macchina ospedaliera ma anche i nuovi media, dove i pazienti vanno alla ricerca di informazioni sulla salute. Un esempio di Regione “a sanità digitale” è la Lombardia, di cui Walter Bergamaschi, Direttore Generale Salute di Regione Lombardia, riporta l’esperienza.

A che punto è il processo di digitalizzazione della sanità lombarda?
«A oggi l’insieme federato dei Sistemi Informativi per la Socio Sanità (chiamato siss) comprende e connette: le Aziende Ospedaliere pubbliche e private accreditate, i medici e pediatri, le Asl, le farmacie e le Rsa e permette la condivisione e lo scambio sicuro e tempestivo delle informazioni cliniche e amministrative in ottica “patient centric”, in coerenza con la privacy e le recenti disposizioni normative.
In parallelo alla realizzazione dell’infrastruttura, sono stati realizzati – con grande anticipo rispetto a simili iniziative in Italia – nuovi servizi centrali regionali quali: il Fascicolo Sanitario Elettronico (Fse), che mette a disposizione, con diversi livelli di visibilità, informazioni e documenti come: referti, lettere di dimissione, verbali di Pronto Soccorso, patient summary, vaccinazioni, eventi di emergenza, piani terapeutici, prescrizioni, storia clinica dell’assistito ecc. A oggi in Lombardia sono sei milioni gli Fse attivati dai cittadini e il numero di referti pubblicati a fine 2012 è di circa venti milioni.
Il servizio regionale di prenotazione di prestazioni specialistiche che raccoglie centralmente le disponibilità di erogazione delle Aziende Sanitarie (offerta) e le mette a disposizione simultaneamente su molteplici canali (call center, internet, Mmg/Pls, farmacie) che intercettano la domanda dei cittadini. Il servizio semplifica l’accesso alle prestazioni sanitarie, favorisce la libertà di scelta e consente di migliorare i tempi di attesa, oltre a ottimizzare l’occupazione delle agende, impedendo le prenotazioni multiple per una stessa prescrizione. Al servizio di prenotazione è stato di recente affiancato il servizio di pagamento oggi disponibile tramite homebanking, bancomat e sportello postale. In tal modo si tende a “portar fuori” dalle aziende le attività di sportello con grande beneficio per il cittadino e per le aziende stesse.
I servizi rivolti al cittadino sono disponibili tramite il portale Internet, dove il cittadino, oltre a poter ritirare referti, effettuare prenotazioni, scegliere il Mmg/Pls ecc., può inserire nella sezione “taccuino”, documenti e informazioni non acquisite direttamente dal Siss e gestire le proprie preferenze in ambito privacy.
Tutti i dati inoltre vengono raccolti, organizzati e gestiti per le finalità amministrative e di governo nei sistemi direzionali. Accanto a tali servizi il Siss mette a disposizione diversi altri servizi quali: autenticazione e firma tramite smartcard, marca temporale, identificazione anagrafica, prescrizione elettronica, ecc. Oggi la sfida per la salute è migliorare il servizio senza comprometterne la sostenibilità all’interno del quadro demografico ed epidemiologico».

In che modo?
«Attraverso un cambiamento di paradigma organizzativo che vede nella “territorializzazione” dell’assistenza la strategia implementativa. Spostare il baricentro sul territorio comporta la necessità di coinvolgere sempre più ruoli e professioni nel percorso di tutela della salute, favorire l’empowerment di operatori e cittadini e, specialmente, spostare il “mindset” del sistema dalle singole prestazioni al continuum delle stesse all’interno di un piano di assistenza individuale e complessivo rispetto al quale un “team” di professionisti operano all’interno di una reale presa in carico della domanda di salute. Questo scenario troverà compimento negli attuali progetti di ridisegno del sistema d’offerta e nella diffusione dei nuovi processi di cura introdotti tramite il progetto CReG.
Il Siss dovrà potenziare la sua attuale capacità di gestione dei “percorsi individuali per la salute” e sempre più favorire la partecipazione, la condivisione e il dialogo tra operatori (vecchi e nuovi) e cittadini. Per ottenere tale risultato sono già in fase avanzata diversi programmi per l’evoluzione dei servizi volti a favorirne l’apertura, la semplificazione dell’accesso e dell’utilizzo e l’inclusione dei vari “stakeholders”. Infine il sistema direzionale sta sempre più arricchendosi di funzionalità che consentono di passare, con particolare riferimento ai pazienti cronici, da una programmazione e controllo per prestazione a quella per budget legato al bisogno assistenziale individuale».

Una volta ultimato il processo, quali altri vantaggi porterà l’e-health al servizio sanitario regionale e ai cittadini?
«Vogliamo addivenire a un sistema che ruoti intorno al singolo cittadino; che semplifichi sempre più la fruizione dei servizi sanitari e che, nei casi di pazienti cronici, si prenda realmente cura abilitando e favorendo il gioco di squadra. Pensiamo che ciò porterà grandi benefici a chi sta bene e meno bene, che una presa in carico reale possa favorire la prevenzione, realizzare la vera continuità assistenziale e garantire un uso ancor più ottimizzato delle risorse e quindi la sostenibilità».

Quali sono invece gli ostacoli a questa innovazione?
«L’architettura del Siss è stata pensata già in chiave “territoriale”, l’infrastruttura è collaudata e i programmi di evoluzione dei servizi sono stati avviati da tempo. Di fronte a cambiamenti di tale portata “il problema” non è tecnologico ma organizzativo. I team saranno chiamati ad “allargarsi” all’esterno degli ospedali. La resistenza al cambiamento ci sarà nella testa delle persone che saranno sempre più chiamate a collaborare non rispetto a un singolo atto, ma a un percorso in relazione alle attività precedenti e successive, mettendo al centro non la buona esecuzione della prestazione, ma il risultato complessivo in termini di salute del singolo paziente a fronte di un budget complessivo assegnato.
Inoltre, occorre tener presente che tale cambiamento non può che avvenire contestualizzando le scelte rispetto al contemporaneo processo di digitalizzazione a livello nazionale ed europeo. Ciò comporta la necessità di armonizzare le scelte adottate col complesso quadro normativo sovraordinato che si va via via delineando al fine di contemperare le esigenze suesposte con l’ovvia necessità di interoperabilità dei servizi con altri sistemi sanitari. Al Siss è assegnato il non semplice ruolo di connettere, semplificare l’interazione e il dialogo abilitando la collaborazione in chiave moderna per la salute».