Assistenza più efficiente con il telemonitoraggio

Minori accessi al pronto soccorso e riduzione di ricoveri e visite specialistiche sono i risultati preliminari emersi dallo studio che per un anno ha monitorato da casa un gruppo di pazienti con scompenso cardiaco con un sistema di telemonitoraggio. Tutto ciò grazie a Renewing Health, progetto europea che ha come partner la Regione Veneto e come obiettivo il miglioramento della qualità di vita dei pazienti cronici. L’iniziativa ha avuto lo scopo di valutare l’impiego di Personal Health Systems (PHS) e di servizi di telemedicina nel monitoraggio di pazienti cronici e coinvolge 10 aziende sanitarie e ospedaliere coordinate dal Consorzio Arsenàl.IT, Centro Veneto Ricerca e Innovazione per la Sanità Digitale, che partecipa alla partnership composta nove Regioni europee. Oggi a Treviso sono stati presentati i primi dati dello studio che ha permesso di raccogliere oltre 20 milioni di dati. I pazienti reclutati dal progetto sono costantemente monitorati grazie all’ausilio di dispositivi medici che permettono di inviare a una centrale unica regionale una serie di parametri vitali (pressione, peso, livello di ossigeno nel sangue, glicemia ecc.). Tali dati vengono inviati in automatico agli specialisti o ai medici di medicina generale di riferimento. Se i valori sono fuori norma si attiva un sistema di allarme, che prevede l’intervento del medico stesso fino ad arrivare all’attivazione del 118. I 3.332 pazienti oggetto di studio hanno in media 78 anni e appartengono alle categorie che più ricorrono ai servizi sociosanitari a causa di patologie croniche (patologie cardiovascolari, broncopneumopatia cronica ostruttiva, diabete). Dai dati definitivi, emerge che grazie al telemonitoraggio nell’arco di un anno è possibile diminuire del 35% il numero di ricoveri e del 13% la loro durata, del 19% gli accessi al pronto soccorso e del 42% il ricorso a visite specialistiche.