Tre tavoli tecnici organizzati dall’Università di Roma La Sapienza e da Rome Technopole si sono riuniti per rivoluzionare il sistema sanitario italiano e fornire risposte adeguate basate sulle nuove tecnologie e sull’intelligenza artificiale a una popolazione che invecchia e che presenta crescenti bisogni di salute.
A 45 anni dalla sua istituzione, il sistema sanitario nazionale deve fare i conti con una delle popolazioni più anziane d’Europa. Questo si traduce inevitabilmente in bisogni crescenti e quindi costi incrementali: basti pensare in tal senso che a oggi la popolazione over 65 rappresenta il 22% del totale, una percentuale questa destinata ad aumentare drammaticamente nei prossimi anni.
Lo scenario italiano: la sfida delle cronicità
Già oggi le malattie croniche, prevalenti nella popolazione anziana, drenano quasi il 75% della spesa sanitaria complessiva che si attesta a circa 115 miliardi di euro. Un’analisi di scenario questa che evidenzia la necessità e l’urgenza di trovare soluzioni più efficaci e meno onerose.
Nonostante la centralità della digitalizzazione per affrontare queste sfide, il nostro Paese stenta ad integrare le nuove soluzioni tecnologiche nella pratica clinica: a fronte di un 40% di italiani over 65 che presenta 2 o più cronicità, appena il 10-15% delle strutture sanitarie ha adottato soluzioni di telemonitoraggio, a fronte di una media europea che si aggira intorno al 30%.
Sostenibili e generativi
Alla luce di tutto questo, 45 esperti di alto livello tra medici, professori universitari, direttori generali di strutture sanitarie, ricercatori, ingegneri, comunicatori, avvocati, psicologi, divulgatori e imprese si sono riuniti lo scorso 15 maggio a Roma per il primo appuntamento di “Sostenibili e Generativi”, un progetto di co-design che Rome Technopole e l’Università di Roma La Sapienza hanno promosso sul tema dell’innovazione dei dispositivi medici. Il primo incontro è stato curato da Culture e ospitato dall’Ambasciata di Spagna presso la Santa Sede.
I tre tavoli
I 45 esperti hanno lavorato su tre diversi tavoli paralleli in modalità co-design e in conclave, focalizzandosi su: cyber human, sensori, dati e cybersicurezza; anziani e tecnologie per la salute; relazioni di prossimità, modelli e buone pratiche.
I professionisti hanno affrontato temi tecnici e di frontiera: come trasformare i device presenti nel corpo umano in dispositivi medici in grado di comunicare con l’esterno, ma si sono confrontati anche sullo spinoso e sempre più urgente tema della gestione e della sicurezza dei dati, utili per la pratica clinica ma ancora di più a fini di ricerca e ancora, sulla necessità di educare i senior a interfacciarsi con strumenti tecnologici supportati dall’IA per la corretta gestione delle proprie cronicità.
L’imminente avvio delle piattaforme regionali per i servizi di telemedicina obbliga difatti a riflettere sulla necessità di poter disporre di sistemi sicuri e interoperabili, capaci cioè di comunicare tra loro proteggendo al contempo informazioni altamente sensibili.
Un focus chiave dell’evento è stato la definizione di nuovi modelli di servizio e setting di telemonitoraggio, essenziali per la gestione di cronicità complesse. Altresì, l’attenzione è stata catalizzata dalle opportunità offerte anche dall’integrazione dei sistemi di monitoraggio a distanza con sistemi di intelligenza artificiale che consentono di migliorare la predizione e la gestione delle condizioni di salute degli assistiti.
Eliminare il divario tra mondo della ricerca e impresa
«Il PNRR è un’occasione senza precedenti, una forte spinta per l’innovazione e lo sviluppo del sistema della formazione superiore e della ricerca in Italia. Esso, infatti, si propone di superare quella distanza che separa il mondo della ricerca da quello dell’impresa, nell’ambito di una strategia che pone la ricerca e la formazione universitaria come motore primo di un processo di innovazione necessario per il nostro sistema Paese», ha dichiarato il prof. Domenico Alvaro, professore ordinario di gastroenterologia e preside della Facoltà di Medicina dell’Università La Sapienza di Roma.
Verso un nuovo paradigma di salute
Il nuovo paradigma della salute necessita di un paziente che non sia più passivo e totalmente a carico del SSN, ma di un individuo attivo e responsabile, in grado di prendersi maggiormente cura di sé, anche grazie al supporto dalle nuove tecnologie.
Il mercato della sanità digitale in Italia, che ha raggiunto i 2,23 miliardi di euro nel 2023 e che si prevede possa sfiorare i 3 miliardi entro il 2026, rappresenta una straordinaria opportunità – e forse l’unica – per migliorare l’efficacia e l’efficienza del sistema sanitario garantendone al contempo la sostenibilità.