Mers-CoV: cosa la provoca, come si trasmette?

La trasmissione

Il 22 giugno 2013, ottanta esperti di tutti il mondo si sono riuniti al Cairo in Egitto e hanno concordato interventi in sette specifiche aree: la sorveglianza, la preparazione dei raduni di massa, la gestione clinica dei casi, la diagnostica di laboratorio, il controllo delle infezioni, le comunicazioni e il regolamento sanitario internazionale di segnalazione che è del 2005. In questo incontro gli scienziati hanno evidenziato due aspetti nuovi:

il virus Mers-CoV ha come serbatoio naturale i pipistrelli che infettano con i loro escrementi i datteri e i cammelli e, quindi gli esseri umani, anche se questa è ritenuta solo un’ipotesi;

non ci sono evidenze forti di trasmissione intra-comunitaria del virus, ma potrebbe essere possibile l’esistenza d’individui super-diffusori (super-spreader); alcuni pazienti, infatti, inspiegabilmente sembrano trasmettere l’infezione più velocemente di altri.

Tuttavia, non è ancora effettivamente nota la modalità con cui le persone si infettano con il virus. Sono in corso indagini epidemiologiche per determinare la fonte effettiva del virus, i tipi di esposizione più a rischio per contrarre l’infezione, la modalità di trasmissione, il modello clinico e il decorso della malattia. Non è stata confermata una trasmissione interumana. Tuttavia, i casi che si sono verificati nella stessa famiglia o in ambito ospedaliero suggeriscono la possibilità di una limitata trasmissione da persona a persona. Allo stato delle conoscenze attuali, la trasmissione interumana è possibile, pur se tale tipo di trasmissione non sembra essere stabilmente sostenuta in tutti i casi di malattia. Sono stati riscontrati, infatti, alcuni focolai in cui la trasmissione da persona a persona è fortemente sospettata o confermata, come nei cluster del Regno Unito e dell’Italia (cluster famigliare), della Francia (trasmissione intraospedaliera). Tuttavia, il meccanismo con cui la trasmissione si è verificata in tutti questi casi, se respiratoria (tosse, starnuti) o contatto (contaminazione dell’ambiente da parte del paziente), è ancora sconosciuta. Le probabilità di contrarre il virus sono poche. Tuttavia, le persone con difficoltà respiratoria che hanno viaggiato di recente in Medio Oriente dovrebbero consultare il proprio medico curante (nel caso degli immunocompromessi, si dovrebbe consultare il medico anche se i sintomi non sono di tipo respiratorio).